Il 21 maggio 1972, giorno di Pentecoste, un geologo australiano di origini ungheresi di 34 anni, László Tóth entrò nella Basilica di San Pietro e verso le ore 11:30, scavalcò d’un tratto la balaustra che separava la folla di visitatori dalla Pietà di Michelangelo. Con una mazzuola pesante circa 5 chili colpì dapprima il capo della Madonna e poi, più volte, il volto e le braccia, lasciando però integra la figura del Cristo. Nel far questo, gridò, in lingua italiana: «Cristo è risorto! Io sono il Cristo!». Venne poi fermato da un vigile, Marco Ottaggio, con l’ausilio di altri sorveglianti, e portato via, sottratto all’iraconda folla che intendeva percuoterlo. Interrogato in seguito, benché durante il vandalismo avesse dato prova di parlare l’italiano, dette mostra di non capire le domande che gli venivano rivolte, affermando di saper parlare solo l’inglese. Secondo altre fonti, invece, ripeté frasi sconnesse per tutti gli interrogatori, permanendo nella sua convinzione d’essere il Cristo: giunse anche a dire «Che ci sta a fare questa statua qui? Cristo sono io e sono vivo, sono il Cristo reincarnato, distruggete tutti i suoi simulacri». Nonostante l’atto, non fu incriminato, ma fu internato in manicomio per due anni (altre fonti dicono un anno, e altre ancora non parlano di un periodo in manicomio). Successivamente venne rimpatriato in Australia.
La Pietà subì dei danni molto seri, soprattutto sulla Vergine: i colpi di martello avevano staccato una cinquantina di frammenti, spaccando il braccio sinistro e frantumando il gomito, mentre sul volto il naso era stato quasi distrutto, come anche le palpebre. Il restauro venne avviato quasi subito, dopo una fase di studio, e fu effettuato riutilizzando per quanto possibile i frammenti originali, oltre che un impasto a base di colla e polvere di marmo. Fortunatamente fu possibile reintegrare l’opera fedelmente. Da allora la Pietà è protetta da una speciale parete di cristallo antiproiettile.
La Pietà vaticana è una scultura marmorea di Michelangelo Buonarroti, databile al 1497 è conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano a Roma. Si tratta del primo, clamoroso, capolavoro dell’allora poco più che ventenne Michelangelo, considerata uno dei maggiori capolavori che l’arte occidentale abbia mai prodotto. È anche l’unica opera da lui firmata, sulla fascia a tracolla che regge il manto della Vergine: MICHEL.A[N]GELVS BONAROTVS FLORENT[INVS] FACIEBAT (“Lo fece il fiorentino Michelangelo Buonarroti”).
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